Thymiatérion, letteralmente: "incensiere", "altare per l'incenso" (dal greco antico θυμιατήριον e da θυμιάειν thymiaein "suffumicare"; plurale thymiateria) è un bruciatore d'incenso.

Origini

Il Thymiatérion è di origine babilonese-assira. Prima di essere largamente impiegato in ambito greco e romano, fu molto diffuso in: Egitto, Mesopotamia, Siria, Palestina e Fenicia. Molto probabilmente giunse a queste popolazioni attraverso Cipro. Sacrifici d'incenso e altari incensati appartengono specialmente al culto di Afrodite e di Adone; infatti l'incenso viene menzionato per la prima volta in quella poesia di Saffo, che rievoca l'epifania della dea nel suo sacro bosco di meli e rose, fra rami tremuli e altari che emanano vapori d'incenso. In seguito 'l'uso dell'incenso si diffuse un po' ovunque: spargere un granello d'incenso sulla fiamma è l'atto sacrificale più semplice e più diffuso, oltre che il più a buon mercato'.

Utilizzo

Utilizzato come recipiente per bruciare grani di incenso e come dono votivo nei luoghi di culto, il thymiaterion esalava fumi ed essenze durante le cerimonie sacre che miravano a creare un collegamento ideale tra il mondo umano e quello divino. Poteva essere fisso a vaschetta con sostegno oppure mobile a forma di scatola con coperchio forato o ancora sospeso con catenelle.

Note

Altri progetti

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Collegamenti esterni

  • Il thymiaterion - The Yale University Art Gallery, su artgallery.yale.edu. URL consultato il 13 ottobre 2014 (archiviato dall'url originale il 19 ottobre 2014).

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